La qualità dell’aria indoor (Indoor Air Quality-IAQ) definisce l’aria interna che si respira negli ambienti confinati: abitazioni, uffici, strutture comunitarie, ambienti destinati ad attività ricreative e sociali, mezzi di trasporto.
Negli ultimi decenni si sono verificati profondi mutamenti nella qualità dell'aria interna, con progressivo aumento delle fonti e delle concentrazioni degli inquinanti. In presenza di fonti interne di inquinamento e scarsa ventilazione degli ambienti, i livelli degli inquinati (chimici, fisici e biologici) nell’aria indoor possono essere di gran lunga superiori rispetto a quelli rilevati all’esterno. Il rischio espositivo interessa una parte estesa della popolazione e risulta di particolare gravità per alcuni gruppi più vulnerabili, quali i bambini, le donne in gravidanza, gli anziani, i malati cronici ed i poveri.
La scheda affronta i problemi legati all’inquinante indoor evidenziandone gli effetti sulla salute, le misure per ridurne l’esposizione e la normativa di riferimento.
Il monossido di carbonio (CO) inalato si lega con l'emoglobina, una proteina presente a livello dei globuli rossi e deputata al trasporto dell'ossigeno, formando la carbossiemoglobina (COHb). Tale legame è molto più stabile (circa 200-300 volte) di quello formato tra emoglobina ed ossigeno, in questo modo il CO impedisce il normale trasporto dell'ossigeno ai tessuti periferici, determinando effetti tossicologici di diversa entità. Per concentrazioni ambientali di CO inferiori a 5 mg/m3, corrispondenti a concentrazioni di COHb inferiori al 3%, non si hanno effetti apprezzabili sulla salute, negli individui sani, mentre in pazienti con affezioni cardiache, anche basse concentrazioni possono provocare una crisi anginosa. A concentrazioni maggiori si verificano cefalea, confusione, disorientamento, capogiri, visione alterata e nausea. Concentrazioni particolarmente elevate possono cau-sare coma e morte per asfissia.