Sei qui: Scaffale News Formazione Formazione dei lavoratori in materia di igiene e sicurezza sul lavoro. Guida per le imprese
Questo documento rappresenta la sintesi condivisa del lavoro svolto dal gruppo “Formazione e Lavoro” costituito nell’ambito del Comitato di Coordinamento Provinciale di Monza e Brianza ex art.7 DLgs 81/08.
Questo opuscolo ha lo scopo di fornire al datore di lavoro un aiuto operativo per il concreto adempimento del dovere di formazione nei confronti dei lavoratori e di stimolare i lavoratori e i loro rappresentanti sul diritto – dovere alla partecipazione attiva alle iniziative proposte.
L’accordo siglato in data 21/12/2011 tra il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano per la formazione dei lavoratori introduce un’importante novità sul modo di intendere e fare formazione, privilegiando un approccio interattivo che comporti la centralità del lavoratore nel percorso di apprendimento.
Però bisogna ricordare che la migliore formazione tecnica non può annullare completamente i rischi derivanti da un’attività lavorativa; in questo senso, il rischio residuo è l’ineliminabile quota di incertezza sul verificarsi di eventi avversi che deve essere affrontato e gestito da ciascun operatore nella sua (più o meno ampia) area di discrezionalità operativa sulle cose da fare o sulle modalità per farle.
Una possibilità è quella di integrare la formazione tecnica indagando le motivazioni che portano ad assumere atteggiamenti insicuri ed esercitando le competenze non tecniche. La formazione che assume obiettivi di sviluppo delle competenze non tecniche non si accontenta di portare le persone a fare le cose giuste, ma intende portare le persone a pensare e agire in modo più corrispondente al variare delle circostanze.
L’aggiornamento dei lavoratori, allora, può essere una concreta occasione per integrare la formazione tecnica di base ed agire sulle capacità dei lavoratori di fronteggiare il rischio residuo. È necessario, però, che anche le organizzazioni, come richiesto ai lavoratori, sviluppino la capacità di mettersi in discussione, modificando le norme operative e le ipotesi su cui si basano.