Sei qui: Scaffale News Valutazione dei Rischi Il rischio da sovraccarico biomeccanico in edilizia, dalla valutazione del rischio alle misure di prevenzione e buone prassi ergonomiche
In letteratura non sono molti i lavori specifici sulle malattie professionali nel comparto delle costruzioni.
Una possibile spiegazione della carenza di studi potrebbe essere la complessità del settore caratterizzato da lavorazioni molto diverse tra loro e con specificità spesso uniche quali la provvisorietà logistica dei cantieri, la notevole diversificazione dei prodotti finiti e la complessa organizzazione del lavoro: contemporanea presenza di più imprese e di lavoratori con differenti competenze e professionalità, lavori in subappalto, operatori per conto terzi, lavori a cottimo con l’impiego di lavoratori spesso stranieri, elevato numero di ore di lavoro e altre analoghe variabili.
Le condizioni di lavoro sono influenzate, inoltre, da tanti elementi difficilmente controllabili come, ad esempio, le condizioni atmosferiche, la tipologia dei terreni, le diverse modalità di utilizzo ed applicazione dei materiali, la peculiarità di alcune lavorazioni che per le loro caratteristiche (dimensioni del cantiere, del manufatto, complessità dell’opera) o questioni logistiche (terreno roccioso o argilloso, pendio o pianoro) presentano elementi di unicità tali da rendere spesso i cantieri simili ad altri ma mai uguali.
Lo studio dell’esposizione al rischio da traumi da sforzi ripetuti di alcune mansioni in edilizia presenta difficoltà di standardizzazione perché lo svolgimento di compiti ripetitivi non è continuo nell’arco della maggior parte delle lavorazioni e poiché il ciclo lavorativo presenta gradi di variabilità molto ampi. Per poter ovviare a questa difficoltà risulta indispensabile operare una omogeneizzazione delle informazioni ottenibili dallo studio dei fattori che determinano, per esempio, la variabilità delle lavorazioni esistenti, delle tecnologie utilizzate, dei tempi di lavorazione, del divenire della situazione operativa.